Gli Alpini d'Italia a L'Aquila per aiutare la città a risorgere.

Nell'immediato seguito del terribile sisma che colpì la città di L'Aquila e paesi limitrofi il 6 Aprile 2009, gli Alpini in arme ed i volontari alpini dell'ANA con ruolo attivo nella protezione civile, affluirono in massa per prestare i primi soccorsi e nei mesi successivi il loro numero crebbe per operare in sinergia con tutte le organizzazioni della macchina dei soccorsi, per mettere in sicurezza dapprima la popolazione colpita e successivamente le aree rovinosamente diventate pericolose.
Dissero che la maggior parte degli immobili del centro erano inagibili e pericolanti e così crearono le zone identificate con i colori della gravità delle quali è tristemente famosa la zona Rossa.
Dissero che le case, palazzi, strade e piazze dovevano essere messi in sicurezza e così, laddove vi erano edifici lesionati ma non crollati, furono create possenti impalcature ed opere di puntellamento e di sostegno.
Dissero che la ricostruzione avrebbe progredito con costanza per recuperare rapidamente il patrimonio culturale ma soprattutto le centinaia di alloggi perduti nel sisma, ma la maggior parte degli edifici sono ancora là, lesionati e inagibili.
Dissero tante belle parole confortanti, ma dopo 6 anni dal terribile sisma poco è stato realizzato ed il centro città divenne ed è tuttora un luogo di desolante silenzio, dove, nonostante vi siano timidi  tentativi di recupero dei palazzi e di ripristino degli esercizi pubblici e privati per la ripresa sociale ed economica, il centro città rimane ancora tristemente e comunemente definito centro morto.
Per reagire a questa situazione di scarso mobilismo, l'ANA ha chiamato gli Alpini per la 88^ Adunata Nazionale nella città di L'Aquila con l'intento di scuotere la popolazione dall'apparente torpore ed incentivare lo spirito di iniziativa imprenditoriale per far fronte all'accoglienza dell'immenso afflusso di persone partecipanti all'evento e di riflesso rilanciare forzatamente l'economia locale a beneficio della città, delle località limitrofi, della regione.
Gli Alpini di Ferno hanno risposto alla chiamata con 18 presenze per contribuire in piccolo al buon proposito di solidarietà a beneficio della popolazione ancora provata dal sisma ed ovviamente per quel senso d'orgoglio alpino che alimenta individualmente il desiderio di esserci.
Partiti con entusiasmo il venerdì a mezzanotte e accompagnati da piogge torrenziali, gli alpini di Ferno sono arrivati a L'Aquila il sabato mattina alle 7.30 e si sono recati al CUS L'Aquila (Centro Universitario Sportivo) in località Centi Coella dove si sono “accampati” nel dormitorio collettivo ricavato nella tendostruttura “Palasandolo” normalmente utilizzata per calcio a 5, pallavolo, pallamano e pattinaggio.
In meno di un'ora si è concluso l'accomodamento del gruppo e del montaggio delle brandine individuali da campo.
Nonostante la stanchezza per il viaggio, il gruppo si è riaccorpato e, preso al volo un bus navetta, si è recato in città alla impaziente scoperta degli eventi in calendario ed alla visita del centro città.
Mano alla piantina si sono pianificati gli spostamenti della mattinata ed i punti di ritrovo. Infatti alcuni si sono subito diretti all'acquisto delle cartoline dell'adunata con annullo postale per ritrovarsi poi tutti alla cittadella militare predisposta nel parco del castello.
L'Esercito Italiano e con esso gli Alpini in arme hanno infatti preparato diversi stands per mostrare le attuali dotazioni del militare e gli armamenti moderni disponibili, utilizzati nelle recenti missioni ONU e NATO nei diversi teatri bellici del pianeta.
La curiosità di tutti è stata appagata con esaustive spigazione e dimstrazioni specialmente nei confronti dei giovanissimi che hanno provato anche l'emozionante visità all'interno dei diversi mezzi blindati, in particolare dell'autoblindo B-1 Centauro con cannone da 105/52 mm.
La visita ad una parte del centro cittadino, ha invece reso tutti consapevoli dei reali esiti del sisma. La quasi totalità degli edifici osservati erano puntellati ed ingabbiati con possenti putrelle metalliche disposte orizzontalmente e verticalmente per assicurarne un sufficiente contenimento visto l'indebolimento strutturale evidenziato dalle profonde crepe nei muri. Tutto in un apparente stato provvisorio come in attesa di recupero. Solo qua e là si sono notati cantieri dediti alla ricostruzione.
La considerazione un po' pessimistica di tutti è che, rispetto a quanto fino ad oggi recuperato, necessiteranno molti e molti anni nonché impressionanti risorse per rivedere finalmente L'Aquila nella sua piena vitalità.
Dopo una degustazione di specialità gastronomiche sullo stile “street-food”, cibo di strada, il gruppo ha fatto rientro al CUS per il pasto e per un necessario riposino pomeridiano di ricarica per meglio affrontare il pomeriggio e la serata del sabato.
A metà pomeriggio, con gli animi pieni di ottimismo, il gruppo è salito a bordo del bus navetta seguito da altri alpini, in particolare da un simaticissimo giovane alpino umbro che con la fisarmonica ha intrattenuto e coinvolto per tutto il tragitto tutti i passeggeri alpini e non con parecchie famose canzonette del folclore alpino.
La visita in centro è proseguita ancora alla scoperta di eventi tra i quali l'esibizione di cori sulle gradinate della grande chiesa di S,Bernardino.
Il centro città si è cosi riempito di gente ma soprattutto di Alpini al punto tale da creare degli ingolfamenti nel movimento delle masse lungo le vie. Una situazione di vitalità vista con un certo piacere rispetto alle strade deserte e all'assordante silenzio di un centro abbandonato dei giorni precedenti.
La visita alla casa dello studente in ricordo dei giovani ragazzi persi nel sisma e la visita alla fontana delle 99 cannelle ha concluso l'esplorazione della giornata.
La domenica mattina, in funzione dell'assetto meteorologico e della temperatura si è deciso di indossare la divisa con camicia a quadri e stemma con logo ANA. e, dopo la colazione, il gruppo ha lasciato il CUS per recarsi con tranquillità al luogo di ammassamento nei pressi della caserma “Rossi”.
Lungo il percorso di risalita, si è potuto assistere alla parte iniziale di sfilamento. Grande impressione ha fatto la Protezione Civile che con un interminabile corteo di uomini ha sfilato orgogliosa perchè indiscussa protagonista dell'opera gratuita di soccorso e solidarietà prestata alla popolazione umbra nel dopo sisma.
Dopo aver consumato il pasto in un chiosco di gastronomia ittica, il gruppo ha approfittato per visitare il cortile interno della caserma “Rossi” aperta al pubblico per l'evento adunata e scambiare qualche battuta con i militari di sorveglianza prima di posizionarsi al punto di ammassamento dei gruppi di Varese.
Con l'approssimarsi dell'orario di sfilamento, pianificato per le 14.30, gli alpini di Ferno si sono posizionati nella zona di ammassamento del 6° Settore all'altezza della sezione di Varese.
 
Di li a poco, l'inquadramento dei Gruppi della Sezione di Varese ha iniziato a prendere corpo con ordine di sfilamento per 9.
Per quanto riguarda la zona 10, come di consuetudine, il riferimento è stato la storica Fanfara “La Baldoria” di Busto Arsizio che da decenni è presente a tutti gli eventi importanti degli Alpini della nostra sezione. A seguire si sono posizionati il Gruppo di Busto A., Castellanza, Ferno e tutti gli altri Gruppi della Provincia di Varese. Per circa mezz'ora si è assistito alla naturale espansione del lungo corteo con l'arretramento a fisarmonica delle migliaia di Alpini per prendere la giusta distanza nell'ordine di partenza.
Intorno alle 15.20 è stato dato l'ordine di sfilamento del 6° Settore che ha iniziato , sezione dopo sezione, l'attraversamento di L'Aquila nel percorso stabilito.
La Fanfara “La Baldoria” ha iniziato a battere il tempo con il rullante e la gran cassa perfezionando sul posto il passo e la cadenza e avviandosi subito a passo di marcia intonando di lì a breve l'inno degli Alpini “La 33”.
La sfilata dei gruppi della sezione di Varese zona 10 era finalmente iniziata, incalzata dalla possente corposità della musica della Fanfara “La Baldoria” che riempiva d’orgoglio alpino.
Un rapido riassetto delle distanze tra le file e via in marcia guardando la propria fila con la coda dell’occhio per restare allineati. Gli Alpini di Ferno erano perfetti, con passo e cadenza all’unisono con tutti gli altri nel passaggio davanti alla postazione di inizio sfilamento dove lo speaker annunciava gli schieramenti con brevi cenni storici o descrittivi nell'enfasi di esaltazione di ogni sezione.
Lungo tutto il percorso di circa 2.700 mt. il pubblico, la popolazione, la gente appoggiata alle transenne applaudiva incitando all’Alpino ma qualcun altro invece sentitamente ringraziava per l’aiuto gratuito e la solidarietà ricevuta dagli Alpini in arme e dell’ANA nei tragici eventi. Situazioni semplici ma che arricchiscono quel senso di gratificazione personale per le opere di bene e solidarietà verso il prossimo che gli Alpini dell’ANA portano a compimento.
Giunti all'altrzza di Porta Romana i gruppi della zona 10 sono transitati davanti alle tribune ed hanno ricevuto il saluto delle Autorità civili e militari, del Presidente ANA, delle varie personalità intervenute in rappresentanza delle diverse organizzazioni. Superate le tribune, il Gruppo Alpini Ferno ha percorso il restante kilometro tra i saluti, gli applausi e ringraziamenti ed è finalmente arrivato a piazza S.Antonio, punto di scioglimento, dove ha sfilato davanti alla Fanfara “La Baldoria” e salutato in segno di gratitudine per la formidabile prestazione e bravura musicale.
Cinquanta minuti di marcia sono stati necessari per coprire l’intera distanza del percorso di attraversamento della città di L’Aquila ma tutto il Gruppo Alpini di Ferno ne ha raccolto la massima soddisfazione. Immaginiamo uno sfilamento ininterrotto per circa 11 ore!
Dal punto di scioglimento si è poi risaliti verso i mezzi di trasportto parcheggiati non lontano dalle tribune e dopo un momento di rilassamento e di veloce ristorazione il Gruppo ha preso la strada del ritorno portando con sè gioie e piacevoli ricordi che arricchiscono l'autostima e l'orgoglio dell'Alpino.
Durante il viaggio di ritorno a Ferno, tra i tanti pensieri di fine giornata, uno fra tutti ha fatto capolino; l'89^ adunata 2016 che si svolgerà ad ASTI (Piemonte) e già nell'immaginario collettivo si è spalancato un ampio sorriso........ 
 
 
Enzo Ambrosi